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Le fiabe dei fratelli Grimm raccontate da Jack Zipes

di Antonella Sbriccoli
9 gennaio 2014
 


Hai visto l'ultimo numero di Prometeo? Sì, Prometeo, la rivista dalla lunga tradizione (quest'anno compie trentadue anni), attualmente disponibile solo in formato cartaceo, che spazia dalla storia alla scienza, dall'arte alla critica, diretta da Valerio Castronovo. Ogni tre mesi propone approfondimenti su temi storici e letterari grazie alla preziosa collaborazione di luminari ed esponenti della cultura nazionale ed internazionale. Ci piace molto poterne citare degli stralci e prendere spunto dagli argomenti trattati, approfittandone per segnalare alcuni libri presenti sui nostri scaffali virtuali che trattano gli stessi temi.

Nel numero di dicembre 2013 c'è un interessante articolo di Jack Zipes - noto germanista statunitense esperto di fiabe e della loro trasmissione nel corso dei secoli - sulla vera genesi delle favole dei fratelli Grimm. Tutti pensiamo di conoscerle - nel 2012 si sono ampiamente festeggiati anche i 200 anni dalla loro prima edizione - e in Rete se ne legge spesso. Eppure, le storie originarie che sono alla base di racconti come Cappuccetto Rosso, Biancaneve, La bella addormentata, Hansel e Gretel sono ancora poco note. Quella che nessuno ha letto è la loro prima stesura: le favole furono pubblicate infatti per la prima volta nel 1810 come "manuale educativo". Di sicuro Jakob e Wilhelm, che iniziarono la loro instancabile raccolta di racconti tradizionali a vent'anni, attingendo a testi e storie orali di tutti i tipi - canti, leggende, epopee, fiabe di amici e conoscenti - non avrebbero mai pensato che la loro opera sarebbe diventata il libro più diffuso in Germania, dopo la Bibbia, e, nel corso del XX secolo, anche il più conosciuto in tutto il mondo occidentale. La spiegazione del perché ciò è avvenuto è nel bel pezzo di Zipes, del quale riportiamo qualche stralcio:

Ironia della sorte vuole che le tante celebrazioni che si sono tenute l'anno scorso in giro per il mondo per celebrare il bicentenario della prima edizione dei Kinder - und Hausmärchen, pubblicata in due volumi nel 1812 e nel 1815, ci inducono a constatare che quasi nessuno conosce realmente le fiabe originarie dei Grimm, né sa granché della vita dei due fratelli. In generale, non si ha idea del fatto che la prima edizione dei Grimm è completamente diversa dall'ultima, o cosiddetta definitiva, versione del 1857, né si sa che i due fratelli pubblicarono ben sette edizioni diverse tra il 1812 e il 1857, apportando significativi cambiamenti nei contenuti e nello stile e arrivando persino a modificare il loro stesso concetto di fiaba e di storia popolare. [...] In realtà, andando alla riscoperta della prima edizione, capiamo quanto ancora ci sia da sapere sull'impulso straordinario impresso al folclore dei Grimm, non solo in Germania ma in tutta Europa, poiché quell'edizione fu la scintilla che indusse gli studiosi del Vecchio Continente allo sforzo pioneristico di raccogliere le storie della tradizione orale per tramandarle alle generazioni future.[...] I Grimm cercavano di valorizzare e sostenere la necessità di raccontare storie per creare legami tra gli individui, i quali, proprio attraverso il racconto, mettevano in comune le proprie esperienze. Erano convinti che ogni storia e ogni sua variante fossero importanti per mantenere viva la tradizione culturale. Rispettavano la differenza e la diversità e allo stesso tempo affermavano che "lo scopo della nostra raccolta non era solo servire la causa della storia della poesia. Il nostro intento era che la poesia insita in essa producesse un effetto, quello di procurare piacere ovunque possibile, diventando perciò un manuale educativo".

 
Sarebbe bello leggere questa prima edizione delle fiabe, in cui, racconta Zipes, si percepisce la voce dei diversi narratori che le raccontarono non ancora amalgamate dai fratelli Grimm, come avverrà nel corso delle revisioni successive: le trame sono molto diverse da quelle che conosciamo e l'enfasi della storia è tutta concentrata sull'azione e sulla soluzione dei conflitti, senza dilungarsi troppo nella narrazione:

Raperonzolo, per esempio, svela di essere rimasta incinta del principe; la madre di Biancaneve, e non la matrigna, vuole uccidere la sua bellissima figlia per invidia; l'uomo selvaggio non è Giovanni di ferroe svolge un ruolo diverso nell'aiutare il ragazzo che lo libera, così come il diavolo ha un ruolo ancora più insolito in Der Teufel Grünrock ("Il diavolo con la giacca verde"), fiaba sostituita in seguito da Bärenhäuter ("Pelle d'orso").


Una galleria di personaggi ancora da scoprire ma, soprattutto, la prova straordinaria di un'opera che è riuscita a mantenere vive le storie della tradizione e la pratica di raccontarle, facendo sì che le fiabe non appartengano ai fratelli Grimm, ma a tutti noi. 

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Prometeo
è una rivista affascinante per le splendide illustrazioni frutto di un'accurata ricerca, che spazia dalla storia alla scienza, dall'arte alla critica, di cui è direttore scientifico Valerio Castronovo. Per capire e approfondire, per entrare nell'universo della conoscenza con una guida sicura, prestigiosa e piacevole. 

 
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