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Cinque libri di Cesare Segre per ricordarlo

di Antonella Sbriccoli
17 marzo 2015

Aveva quasi 86 anni Cesare Segre, che si è spento ieri a Milano. Era un critico e un filologo a tutto tondo, di quelli che oggi è veramente difficile trovare. Perché Segre era tante cose: teorico della semiologia, filologo e saggista, critico letterario tra i più importanti a livello internazionale, firma del Corriere della Sera, docente universitario, accademico della Crusca, visiting professor presso le Università di Manchester, Rio de Janeiro, Harvard, Princeton, Berkeley, esponente di punta del metodo strutturalistico... Nella sua vita ha scritto molto, in modo estremamente professionale, ma anche con il tono divulgativo di "chi sa" e, di conseguenza, riesce anche a raccontare, rendendo semplice e godibile lo studio critico del testo. Ecco, tra i molti, cinque libri da leggere per conoscerlo e ricordarlo.
 

Opera critica  

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Un Meridiano appena pubblicato, che raccoglie gran parte del pensiero di Segre.
Si tratta di una ricca autoantologia, strutturata in dodici sezioni. Si va dalla spiegare perché Segre, dall'originaria vocazione di un critico stilistico, si sia spostato su posizioni di tipo strutturalistico-semiologico, ai suoi studi sul Medioevo, ai problemi della filologia, a studi su stile e sintassi dei prosatori italiani, all'analisi delle fonti, alla dinamica delle varianti d'autore, allo studio della linea espressionistica sulla scia di Contini, ai "mondi altri", ai meccanismi della narrazione smontati grazie all'approccio semiologico, all'arte, per concludere con il rapporto tra etica e letteratura. 

Per curiosità  

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Come recita il sottotitolo, si tratta di "una specie di autobiografia", in cui il critico, tra dialoghi, autointerviste, evocazioni, immaginazioni, racconta la sua vita intellettuale e le sue scelte. Segre evoca gli aspetti drammatici e comici della sua vita, senza sacrificare le tentazioni dell'ironia e del sarcasmo; mette in scena, attraverso gustosi aneddoti, grandi studiosi che talora erano anche grandi uomini. Ci offre insomma scorci significativi di un secolo terribile che ha anche visto mutamenti epocali in tutti i campi.

Dieci prove di fantasia  

Dieci racconti per fare critica letteraria in un modo diverso e coinvolgente. Sono monologhi o interviste impossibili nei quali i personaggi di libri famosi, dalla Chanson de Roland a Madame Bovary, spiegano come sono veramente andate le cose, dal loro punto di vista, anche contro i loro autori. Oppure scrittori come Machado e Pavese diventano personaggi per raccontare gli episodi cruciali delle loro vite come non era mai stato fatto. Un gioco per il divertimento dei lettori, ma forse anche un grimaldello per capire più in profondità il mondo della letteratura.

I segni e la critica  

Entro un "racconto critico", Segre affronta con nuove proposte la tematica del comico, dei generi letterari e dell'autobiografia; si sofferma sui suggerimenti dell'ermeneutica e sull'essenza narrativa del "motivo"; rivendica i diritti della corporeità come sorgente di ogni punto di vista. La varietà degli assaggi si riflette nell'ampia gamma degli autori sottoposti a indagine: da Boccaccio a Manzoni, illustrato come teorico della letteratura, da Petrarca ad Alfieri, dai primi "macaronici" a Cervantes e a Corneille maestro d'illusioni.

Le strutture e il tempo  

Che fondamento e che validità hanno i "modelli" a cui la critica semiologica cerca di riportare i testi narrativi e poetici? Come si conciliano con la natura extratemporale dei "modelli", la temporalità delle finzioni narrative e quella della lettura? Quali sono, entro una narrazione, i rapporti tra le funzioni, i moventi, le configurazioni dei personaggi e il quadro ideologico?
Pubblicato nel 1974, il volume di Segre risponde sul piano teorico mediante una strenua analisi dei principali tentativi di "narratologia" (da Propp a Greimas) e su quello pratico mediante saggi metodologicamente innovatori sul Novellino, sul Boccaccio, su Garcilaso, sul Don Chisciotte, su Gonçalves Dias, su Beckett. 

 
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