Nel tepore ingannevole di un maggio malato, il raccogliticcio gruppo di investigatori comandato da Gigi Palma si trova a fronteggiare un crimine terribile: un bambino di dieci anni, nipote di un ricco imprenditore, è stato rapito. Le indagini procedono a tentoni, mentre il buio si impadronisce lentamente dei cuori e delle anime e la morsa di una crisi di cui nessuno intravede l'uscita stravolge le vite di tanti, spegnendo i sentimenti più profondi. Anche un banale furto in un appartamento può nascondere le peggiori sorprese. I Bastardi dovranno essere più uniti che mai, per trovare insieme la forza di sporgersi su un abisso di menzogne e rancori dove non balena alcuna luce. Intanto, nel commissariato più chiacchierato della città, i rapporti di lavoro e quelli personali si complicano, e il vecchio Pisanelli prosegue la sua battaglia solitaria contro un serial killer alla cui esistenza nessuno vuole credere.
La nostra recensione
Sono i peggiori poliziotti della città; a sentire gli altri, però. Loro sono i reietti, gli esclusi, quelli di cui gli altri commissariati si sono liberati per motivi non sempre chiari e che ora a Pizzofalcone, attorno alla determinazione del commissario Palma, formano una squadra a cui non daresti un soldo, ma che caso dopo caso mostra una compatezza e una forza insospettabili. Sono eroi? No, semplici poliziotti, forse con un po’ di marcio dentro che però non si tirano mai indietro, di fronte a nulla. Hanno tutti un soprannome che li identifica - sono Hulk, Mammina, il Cinese, il Capo, Serpico, Calamity, il Presidente -, un ruolo che li rende unici in quell’intrico malavitoso di connivenze e falsità che fa calare il buio su Napoli, scenario splendido e inquietante di questo nuovo noir di Maurizio De Giovanni. E dentro ogni personaggio c’è una storia, da raccontare o da tacere, da svelare dietro l’apparenza che tutto mischia e tutto confonde. Forse questo è il romanzo più corale di De Giovanni, dove tutti contribuiscono con una parte di sé, non solo con le proprie capacità investigative ma anche con quell’aspetto privato che li rende così umani, oltre che “bastardi”. I tanti fan dello scrittore napoletano sanno che è impossibile stringere in una definizione secca i suoi romanzi, sia quelli che hanno per protagonista il commissaro Ricciardi sia quelli della serie di Pizzofalcone; sono polizieschi, certo, perché l’indagine che segue il delitto così li caratterizza, ma vanno anche oltre, perché il lettore non vuole solo scoprire chi è il colpevole, vuole anche entrare in gioco, percorrere le vie buie o assolate di quella città unica e partecipare alle emozioni e ai sentimenti dei personaggi. “Noir sentimentale” ha definito Buio lo stesso De Giovanni. Sì, forse la definizione migliore l’ha trovata, giustamente, proprio il suo autore. Antonio Strepparola
Carla Taiuti - 31/01/2015 21:19