11 febbraio 1963: Sylvia Plath, moglie di Hughes si suicida. Lascia a Ted due figli e l'ombra di un dolore che lo sprofonda nel silenzio. Per trentacinque lunghissimi anni Ted lotta con quella morte, come Giacobbe con l'angelo. Il dolore agguanta il cuore e lo stritola, picchia nella testa come un chiodo. Ma il poeta non grida né urla. Non vuole liberarsene. Né vuole trascenderlo. Tenacemente cova il dolore. Lo assorbe nella sua lingua muta. E quello cresce tanto più rigoglioso, quanto più poroso e ricco è il terreno in cui si radica. Dopo trentacinque anni di feroce silenzio, Ted rompe quel silenzio e lo strazio scoppia nella bellezza di versi tersi e compressi: nasce così questo canzoniere moderno per l'amata scomparsa. E oltre Beatrice, dopo Laura, un altro nome si aggiunge al pantheon della lirica d'amore: Sylvia. Il mistero della morte si confonde così in questo libro con il mistero della poesia e la parola, penetrando nel tessuto vivo del dolore, incontra il suo nemico capitale e lo sconfigge. Edizione con testo a fronte.