"Penso quindi gioco" è la conferma della perfetta efficienza della macchina Pirlo. Il regista bianconero usa i piedi per calciare, la testa per pensare e la lingua per dire ciò che sente, senza tatticismo o giri di parole. Fra le tante prese di posizione contenute in questo libro, Pirlo è categorico sui colleghi calciatori coinvolti nelle scommesse, suggerisce provvedimenti drastici per combattere la violenza negli stadi e il crescente razzismo che colpisce gli atleti di pelle nera. Non è certo tenero nei confronti dei dirigenti che hanno provato a rottamarlo, mentre ha qualche rimpianto verso quegli addetti ai lavori (Barcellona, Real Madrid, Chelsea) che gli hanno fatto una corte spietata, ma mai nel momento giusto. Pirlo racconta anche il suo lato spiritoso che si esprime negli scherzi da spogliatoio. Negli anni rossoneri il suo bersaglio migliore è stato Rino Ringhio Gattuso, oggi la voglia di divertirsi gli fa trovare continuamente nuove prede, nella Juve e in Nazionale.
La nostra recensione
Recensione di Elena Cappelini
Entrare nella vita e nella testa di uno sportivo ha sempre un fascino molto particolare. In questo libro Pirlo racconta episodi della sua carriera che fanno sorridere, pensare, ma anche momenti di pura ilarità vissuti negli spogliatoi e nei ritiri. Per i tifosi e gli appassionati è un modo per poter essere, per una volta, al fianco dei loro beniamini. E allora ridi al racconto degli scherzi fatti a Rino Gattuso, al pensiero delle "manie scaramantiche" di questi campioni, o se pensi di aver a che fare con le fobie di Alessandro Matri.
Andrea Pirlo ha conquistato il mondo del calcio... ed i suoi lettori!