E' possibile raccontare una vita, la propria, attraverso gli odori che ne hanno caratterizzato i momenti salienti, destinati a imprimersi nella memoria? Per Philippe Claudel non è solo possibile, è una realtà a tutti gli effetti, che si snoda in "Profumi". Vero e proprio puzzle olfattivo composto di sessantatré tessere rigorosamente in ordine alfabetico, "Profumi" rievoca un mondo ormai perduto, fatto di gente semplice, indissolubilmente legato all'infanzia, all'adolescenza e alla giovinezza del suo autore. Tra i boschi di conifere, i campi e i fiumi della Lorena qui descritti, tornano a vibrare attraverso la rievocazione sentimenti ed emozioni che, descritti con la libertà poetica e il tocco leggero del grande scrittore che sa stuzzicare i sensi di ognuno, trascendono la dimensione più strettamente personale per approdare a un'esperienza universale.
La nostra recensione
Una prova di bravura, originale e raffinata: raccontare la propria infanzia e giovinezza attraverso sessantatré brevi racconti evocati da altrettante memorie olfattive. Avrebbe potuto seguire un ordine cronologico, iniziando dai rustici profumi della sua infanzia nella campagna lorenese, dove Claudel è nato e tutt’ora vive gran parte dell’anno, invece ha scelto l’ordine alfabetico, per mescolare i ricordi e le emozioni, come fossero cassetti da aprire e chiudere con rinnovata curiosità. Così, è solo per ragioni alfabetiche che il libro inizia con Abete, eppure sembra una vera apertura autobiografica: “Si dice che l’abitante dei Vosgi è mezzo uomo e mezzo abete. Lontano dalle abetaie, la mia vita rallenta. Mi sembra d’essere stato sradicato.” Di sicuro essere sempre vissuto a contatto con la natura ha arricchito la sua sensibilità, ma altrettanto importante è l’ispirazione che trae dalla poesia, in particolare Baudelaire è il suo vademecum, come dichiara nell’ultimo capitolo, Viaggio, in cui il viaggio, la parola e la vita sembrano permeati dallo stesso profumo: “Ogni parola spande nella memoria un luogo e i suoi effluvi. E il testo a poco a poco diventa il fiume meraviglioso, mille volte ramificato, della nostra vita sognata, della nostra vita vissuta, della nostra vita a venire, che di volta in volta ci sommerge e ci svela.”