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Quando, nel 2012, il direttore di un'emittente radiofonica propone ad Antoine Compagnon di parlare dei "Saggi" di Montaigne in una lunga serie di trasmissioni quotidiane della durata di pochi minuti, all'illustre professore del Collège de France l'idea appare subito quanto meno stravagante. Il periodo di programmazione (dall'inizio di luglio alla fine di agosto) e l'orario (intorno a mezzogiorno) sembrano decisamente più adatti ai bagni di mare che non all'ascolto di lezioni su un grande classico della letteratura e del pensiero. La sfida è così arrischiata, e allettante, che Compagnon non osa tirarsi indietro. E il risultato è clamoroso: le trasmissioni ottengono ascolti sbalorditivi, il libro che ne raccoglie i testi, pubblicato un anno più tardi, risulta tra i più venduti della stagione, e i corsi di Compagnon al Collège de France registrano un'affluenza inusitata. Ma tanto successo ci apparirà tutt'altro che sorprendente non appena ci inoltreremo nelle pagine di questo incantevole vademecum, dove Compagnon, coniugando leggerezza e profondità, attraverso il commento a quaranta brevi passi dei "Saggi" ci condurrà all'interno di un'opera senza tempo come i temi di cui discorre, le cose della vita: dall'amore all'amicizia, dalla morte alla vanità, dalla bellezza alla malattia.
“Filosofo involontario e fortuito” si definiva Montaigne nei Saggi, una delle opere che più hanno influenzato la moderna cultura occidentale dal XVI secolo in qua. E di certo questo delizioso e prezioso libriccino di Antoine Compagnon è un concentrato di involontarietà e accidentalità (nel senso più denso e trasparente), diventando, volontariamente però, una sorta di breviario laico, una guida illuminata e illuminante tra i piccoli e i grandi sistemi dell’esistenza. Con sapiente leggerezza e profondità di pensiero, l’autore svolazza di qua e di là tra le colte, eleganti e ricchissime pagine dell’opera di Montaigne, cogliendo nelle massime di saggezza del filosofo francese la naturalezza e l’attualità che ne fanno un pensatore assolutamente moderno. Compagnon, professore di letteratura al Collège de France, mette in campo tutta la sua competenza per raccontare in 40 lapidari capitoli, quasi delle conversazioni colloquiali, alcuni aspetti del pensiero di Montaigne, un pensiero non sistematico e accademico, capace di assorbire e rielaborare i classici greci e latini, la storia e la letteratura accanto a episodi di vita quotidiana per avvicinarsi al lettore con straordinaria immediatezza. Ci si ritrova così a conversare di amicizia e amore, di vecchiaia e viaggi, solitudine e malattie, dei benefici del sonno, di guerra, morte e anche di sesso. “Maître à penser” si sarebbe detto di Montaigne negli anni Settanta del Novecento, ora, con meno enfasi e più confidenzialmente, non è forse eccessivo, proprio in grazia di questa modernità e attualità, chiamarlo, come fa Compagnon, “nostro fratello”.
Antonio Strepparola
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