"Il capolavoro sconosciuto" di Honoré de Balzac rappresenta un vero e proprio mito letterario, che ha tra l'altro suscitato riflessioni ed emozioni profonde nelle menti di numerosi protagonisti del Novecento. In effetti da Cézanne a Picasso, da Hofmannsthal a Rilke, da Henry James a Benedetto Croce, da Ernst Robert Curtius a Italo Calvino, molti sono gli interpreti che hanno meditato su questo testo, concentrandosi sul suo protagonista, il pittore Frenhofer, un genio quanto mai travagliato che sembra profetizzare l'astrattismo e l'informale. E se "Il capolavoro sconosciuto" può considerasi una sorta di tragedia della pittura contemporanea, il racconto "Pierre Grassou" che viene pubblicato qui di seguito, ne rappresenta l'amara commedia.
Il capolavoro sconosciuto-Pierre Grassou. Testo francese a fronte
Anonimo - 10/01/2005 18:49
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Un dipinto si può definire un opera d'arte perfetta solo quando esso prende vita.
La continua e affannosa ricerca della perfezione assoluta può condurre alla follia. Queste sono solo alcune considerazioni che si possono trarre dal contenuto de "Il capolavoro sconosciuto", dove traspare con la massima evidenza l'interesse e l'amore di Balzac per la pittura.
"Pierre Grassau", invece, narra le vicende di un operaio dell'arte, di un uomo razionale, metodico, pacato, semplice, onesto, che essendo privo di talento naturale - ha faticato diversi anni per diventare un pittore mediocre, lui è un artista privo di genio, ma che comunque troverà un suo equilibrio sia interiore sia economico.
Due romanzi brevi gradevoli (in particolare" Pierre Grassau") che si leggono in poche ore.
Balzac è appassionato e preparato in campo pittorico, è molto erudito al riguardo e si vede, alcuni spunti sono veramente notevoli. FABIO BALLABIO
Anonimo - 10/01/2005 18:49