Per i Bianchi, la frusta era il linguaggio che i Neri capivano meglio. Gli stessi Neri che subivano la frusta dai padroni Bianchi, applicavano la frusta come linguaggio di potere in famiglia a chi era piú debole. L'uomo frustava la moglie per un pasto non pronto in tempo, la moglie frustava i bambini per un fuoco acceso male. Per me e mia sorella Lucienne, la frusta ogni giorno era il nostro pane e ogni giorno erano urla e pianti. Martine ci picchiava a sangue per un lavoro eseguito in ritardo, per piatti lavati male, per una piccola dimenticanza. Molte volte non erano vere e proprie dimenticanze, talvolta decidevo di non fare niente. Sapevo che sarei stato picchiato e mi lasciavo picchiare. La frusta era la ricompensa di una durissima giornata di lavori domestici, ogni pretesto era buono per consumarla. Le frustate potevano arrivare in qualsiasi momento. Come per chi vive sopra un vulcano attivo e ci si aspetta che scoppi in qualsiasi momento. Non potevo mai stare seduto per fare i lavoretti. Dovevo essere attento al lavoro, ma essere anche prontissimo a proteggere la mia testa da uno schiaffo improvviso, e comunque sempre preparato a scappare.