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Nel tempo di mezzo

Marcello Fois
pubblicato da Einaudi

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Vincenzo Chironi mette piede per la prima volta sull'Isola di Sardegna - "una zattera in mezzo al Mediterraneo" - nel 1943, l'anno della fame e della malaria. Con sé ha solo un vecchio documento che certifica la sua data di nascita e il suo nome, ma per scoprire chi è lui veramente dovrà intraprendere un viaggio ancora più faticoso di quello affrontato col piroscafo che l'ha condotto fin li. A Nuoro trova ad attenderlo il nonno, Michele Angelo maestro del ferro, che gli farà da padre e da complice in parti uguali -, e soprattutto sua zia Marianna, che vede nell'inaspettato arrivo del nipote l'opportunità per riscattare un'esistenza puntellata dalla malasorte. Anni dopo, quando ormai a Nuoro la presenza di Vincenzo Chironi sembra scontata, naturale come il mare e le rocce, la forza del sangue torna a far sentire il suo richiamo. Perché quando Vincenzo conosce Cecilia, che ha "gli occhi di un colore che non si può spiegare", innamorarsi di lei gli sembra l'unica cosa possibile. Anche se è promessa sposa di Nicola, con cui lui è mezzo parente... Se è vero che "la disobbedienza chiama il castigo", forse è anche vero che quell'amore è l'ultimo anello di una catena destinata a non aver fine. Dopo l'epopea di "Stirpe", Marcello Fois - con una lingua capace di abbracciare l'alto e il basso, e di potenziare lo scorrere del tempo - dipinge un mondo in cui i paesaggi sono vivi come i personaggi che li abitano.

La nostra recensione

E' un ritorno senza nostalgia quello di Vincenzo Chironi nella 'sua' Sardegna, una patria che non sua per nascita ma solo per stirpe. un Ulisse che attraversa il mare per conoscere non per riavere e che si lascia alle spalle una giovinezza divisa tra orfanotrofio e seminario in Friuli, terra della madre e teatro della morte in guerra, la Prima mondiale, del padre, una terra che ora abbandona alla ricerca delle proprie origini.
Seconda parte (la prima, uscita nel 2009, Stirpe) di una trilogia che racconta le vicende di questa famiglia abituata a soffrire nell'abbondanza e calata in una Sardegna che Marcello Fois sa rendere quanto mai universale e simbolica, pur nella sua unicità, Nel tempo di mezzo un romanzo intimo e duro dove non trovano spazio trasfigurazioni consolatorie: l'amore è amore, la fame fame, i soldi sono soldi, la terra è terra, il dolore è dolore. La consolazione pu avvenire solo nel passaggio attraverso quel 'tempo di mezzo' che ha un prima e un dopo, durante il quale c'è sempre il respiro nervoso del tempo che incalza e che spinge i protagonisti verso i limiti estremi della consapevolezza e della sua disincantata perdita. Sono ansioso ora di scoprire come Fois chiuderà questo suo percorso narrativo attraverso oltre un secolo di storia, convinto che con il tocco deciso e lo stile rotondo a cui ci ha abituati non saprà deludere i suoi lettori.
Antonio Strepparola

Dettagli down

Generi Non definito

Editore Einaudi

Collana Supercoralli

Formato Rilegato

Pubblicato 13/03/2012

Pagine 263

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788806202651

1 recensioni dei lettori  media voto 4  su  5
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Nel tempo di mezzo monicaspicciani

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voto 4 su 5 Il libro si suddivide in 4 parti, la prima e l'ultima soprattutto presentano una scrittura aulica e ricercata, descrizioni flebili e precise al tempo stesso, che ti danno l'idea di aver capito ma non sei certo di aver capito tutto. I tempi sono dilatati, sono più del pensiero che dellazione. Cè una ridondanza a tratti eccessiva che per effetto contrario sminuisce, occulta le parti in cui questa sarebbe davvero necessaria. Un po come dire che unonda in un mare mosso non si nota nemmeno. Nella seconda parte lo stile si fa un po più semplice, spontaneo permettendo al lettore di essere più empatico nei suoi confronti, cosa che giova al libro che ne guadagna in autenticità,. Questo è un romanzo che sta lui stesso nel tempo di mezzo, non si capisce se lautore ti vuole coinvolgere o se ti vuole lasciare un semplice spettatore estraneo alle vicende narrate. Anche quando avvengono fatti coinvolgenti non ti senti catapultato dentro la storia, non la vivi sulla tua pelle, bensì rimani sempre come separato da un vetro. Fois ha delle notevoli doti narrative e sinceramente non capisco se questa mancanza di contatto profondo con i suoi personaggi sia da lui voluta a significare una sorta di pudore dei sentimenti,oppure dovuta ad una sua freddezza di fondo, ad uneccessivo tecnicismo lirico che tiene a distanza. La parte quarta è senzaltro quella che mi è piaciuta meno, sembra quasi una protesi attaccata male. Nonostante ciò, questo rimane comunque un libro che vale la pena leggere. Il difetto maggiore che ho riscontrato è una sorta di incostanza, a tratti lautore sembra più concentrato sulla scrittura, altre sulla storia, queste variazioni rendono il racconto schizofrenico, non armonioso, nonostante passaggi bellissimi di pura poesia. Alla fine del libro mi sono chiesta se avessi capito a cosa si riferisse il titolo, la mia personale interpretazione, e non so se sia corretta, è che si riferisca proprio a quel tempo in cui in noi un cambiamento è avvenuto ma non ne siamo ancora consapevoli. Citazioni: E in quel nulla rarefatto di calma dopo il temporale, la sua voce risuonò imprecisa come qualcosa ancora da farsi. ...nemmeno quelli che sembrano cambiamenti improvvisi, improvvisi lo sono veramente. Dimprovviso cè solo il momento in cui ne prendiamo coscienza. Vincenzo, dando unaltro colpo di vanga, pensò che quelle terribili conclusioni, quella bestemmiante assenza di speranza, specialmente nella bocca di un vicario di Cristo, non fosse nientaltro che dolore amarissimo per la perdita di una creatura molto amata.

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