Quando il Giorno ancora non esisteva, sulla distesa del Mare e della Terra, unica e incontrastata regnava la Notte. Una Notte buia e cieca. In quell'epoca lontanissima nel Tempo, i primi esseri viventi nuotavano, strisciavano, volavano in un fitto nero. Finché la Notte sentì un sussurro, diverso da quelli fino ad allora uditi. "Chi sussurra?", gridò. Nessuno rispose. Allora la Notte cieca aprì sul suo volto una miriade di occhi scintillanti. E spuntarono le Stelle. "Chi sussurra?", ripetè la Notte. Nessuna risposta. Allora la Notte aprì sul suo volto un buco chiarissimo. E spuntò la Luna. La Luna è una pupilla bianca, ciò che vede lo porta giù nell'interno più segreto. Di fronte all'occhio lunare spalancato apparve un poeta. "Sono io che sussurro", disse il poeta alla Notte, "volevo farti vedere i miei versi". La Luna li contemplò. La Notte ebbe un brivido. E nacque il Vento.
"IL POETA DELL'ARIA" di Chicca Gagliardo (Hacca Edizioni 2014) non è un semplice libro: è una lezione di volo, un invito alla profondità
e alla leggerezza, una scia di colori cangianti, asfalto, strade, lampioni, cornicioni, tetti e luna, soprattutto, luna, domande lancinanti
da tenere con sé come amiche per la vita, una musica di parole piene, ineludibili, un viaggio sull'orlo dell'abisso, in equilibrio sul limite. Ma non c'è nulla da temere. "L'orlo è il posto dei Poeti e dei Volatori". E non c'è vera distanza. "Veniamo tutti dallo stesso punto, un unico punto, e quindi le differenze che adesso non fanno che distinguere e separare sono un abbaglio".
Guia Risari - 27/03/2016 11:59