Sam Pivnik, figlio di un sarto ebreo, nasce a Bedzin in Polonia e trascorre una vita normale fino al primo settembre del 1939 - giorno del suo tredicesimo compleanno - quando i nazisti invadono la Polonia e la guerra spazza via in un attimo ogni possibilità di futuro. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Sam conosce il ghetto, i divieti imposti dai nazisti, il coprifuoco, gli stenti, il terrore per le strade. Poi, dopo un rastrellamento, tutta la sua famiglia viene deportata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Strappato alla sua famiglia, che trova la morte nelle camere a gas, Sam subisce terribili soprusi e atrocità, e ogni giorno, alla famigerata Rampa di arrivo dei treni dei deportati, vede compiersi sotto i suoi occhi la più inenarrabile delle tragedie. Sopravvissuto alla crudeltà delle SS e dei Kapo, ai lavori forzati nella miniera Fùrstengrube e alla "marcia della morte" nel rigido inverno polacco, Sam è infine tra i prigionieri sulla nave Cap Arcona, bombardata dalla Royal Air Force perché luogo di esperimenti dei nazisti su donne e bambini da parte delle SS. Ma ancora una volta, miracolosamente, riesce a salvarsi. Questo libro racchiude la sua testimonianza: la storia di un uomo che ha attraversato tutti i gironi dell'inferno nazista, ed è sopravvissuto per portare ai posteri la testimonianza di un orrore indicibile che non dovrà mai più ripetersi.
La nostra recensione
L’ultimo sopravvissuto è una storia vera. La storia di come Sam sia riuscito a sopravvivere a qualunque atrocità delle SS. E Sam Pivnik ce le racconta in queste dolorose pagine.
“La gente spesso mi chiede perché abbia aspettato tanto per raccontare la mia storia. È una domanda semplice, ma la risposta non lo è”. Arrivato a Londra dopo la guerra nessuno voleva più sentire parlare di quello che era successo. Ognuno aveva i suoi problemi, familiari uccisi o dispersi, edifici bombardati, pochi soldi e la ricostruzione da avviare. La coscienza chiese a Sam di dimenticare, di costruirsi una nuova vita, di andare avanti. Dimenticare non fu possibile, naturalmente. Quello che leggerete in questo libro è ciò che Sam rivive ogni giorno e ogni notte della sua vita. Come ogni altro sopravvissuto all’Olocausto. E questo è un fatto. Questa storia andava scritta, stampata e diffusa. Perché ogni storia dell’Olocausto dovrebbe essere raccontata. Edmund Burke tanti anni fa disse: “quelli che non conoscono la storia sono condannati a ripeterla”. La Shoah c’è stata. E in termini di Storia, è successo solo ieri. Sam Pivnik aggiunge: “non sono importante, sono solo uno tra milioni. Ma la mia storia spero che mi sopravvivrà”. Si è parlato tanto dei lager nazisti, abbiamo letto libri e visto film sull’argomento. Ma ogni storia è unica, e quella di Sam è incredibile, sconvolgente. L’ultimo sopravvissuto non è solo il racconto dell’incubo del lager, ma anche quello della sua fuga, e di come sia riuscito, infine, a ricostruirsi una vita. Valeria Merlini