Clarissa Dalloway, una ricca signora londinese, esce a comprare i fiori per la festa che sta preparando. Passeggia per le strade di Londra, sfiorando la vita di tanti sconosciuti, tra cui Septimus Warren Smith, un reduce segnato dall'esperienza della guerra. Clarissa però non ha il fare allegro di chi si prepara a qualcosa di lieto: il suo incedere è incerto e continuamente ostacolato dai pensieri che le affollano la mente. Desideri, angosce e paure della solitudine, della morte ma anche della vita, quasi un presagio. Quella sera stessa, la sua festa verrà turbata, per un attimo, dalla notizia del suicidio di un giovane: si tratta di Septimus, un paziente del dottor Bradshaw. Per tutti la vita riprenderà a scorrere come se nulla fosse accaduto, ma non per Clarissa. Il monologare della "Signora Dalloway", simile a una melodia musicale, inaugura una forma del narrare resa perfettamente, in questa nuova traduzione, da una penna obbediente che ne rispetta le pause e le accelerazioni, le pieghe e le involuzioni. Il volume è completato da un'introduzione di Antonella Anedda, poeta e saggista.
Adeline Virginia Woolf è nata a Londra il 25 gennaio 1882 da due genitori che sono l'uno l'opposto dell'altro: il padre Sir Leslie Stephen è un autore mentre la madre Julia Prinsep-Stephen una bellissima modella. A differenza dei fratelli maschi che hanno l'opportunità di frequentare la scuola e in seguito l'Università di Cambridge, per la giovane Virginia spetta solo – come alla sorella – l'istruzione in casa. Nonostante questo, a soli venti anni Virginia Stephen diventa una scrittrice molto apprezzata e stimata,