Dopo la liberazione di Roma, nelle cave lungo la via Ardeatina, in un labirinto di gallerie fra le catacombe cristiane della via Appia, furono rinvenuti i resti di 335 persone. Uomini di tutte le classi sociali, giovani e anziani, ebrei e un sacerdote cattolico. E la conferma di quello che già si temeva: un massacro perpetrato con sistematicità per vendicare l'attacco partigiano di via Rasella e punire l'intera città di Roma. Chi diede l'ordine? Chi fece scattare il grilletto? Esisteva una possibilità di impedirlo? Dove erano il re, gli alleati, il papa, gli stessi gerarchi fascisti? In "Morte a Roma", Robert Katz ha analizzato il massacro delle Fosse Ardeatine con l'ausilio di documenti e testimonianze precedentemente inedite, che ricostruiscono la cronaca di un dramma durato quaranta ore. Un libro scandalo, un testo ormai classico, pubblicato in tredici paesi e in dieci lingue, che accosta al rigore della ricerca storiografica le seduzioni di un grande racconto: il ritmo, l'atmosfera di un'epoca, i suoi personaggi. Ma soprattutto "Morte a Roma", che in questa sesta edizione italiana è arricchito da una nuova introduzione dell'autore, è un richiamo continuo al dovere ineludibile di ricordare.